sabato 24 ottobre 2015
domenica 18 ottobre 2015
Il bimbo e il vecchio
Eravamo
l'unica famiglia nel ristorante con un bambino. Io misi a sedere il nostro
piccolo Daniel su un seggiolone per bimbi e mi resi conto che tutti erano
tranquilli mentre mangiavano e chiacchieravano.
Improvvisamente
Daniel si mise a gridare dicendo: "Ciao amico!" Batteva il tavolo con
le sue manone ciccione. I suoi occhi erano spalancati per l'ammirazione e la
sua bocca mostrava l'assoluta mancanza di denti. Con molta gioia egli rideva e si dimenava. Mi
guardai attorno e capii che cosa lo stava così tanto attraendo.
Era uno
straccione con un cappotto logoro sulle spalle, sporco, unto e rotto. I suoi
pantaloni erano larghi e con la chiusura aperta fino alla metà; le dita dei
suoi piedi si affacciavano attraverso quelle che furono delle scarpe. La sua
camicia era sporca ed i suoi capelli non erano più stati toccati da lungo
tempo. Le sue basette erano lunghe e folte ed il suo naso aveva così tante vene
che sembrava una mappa.
Non eravamo
molto vicini a lui per sentirne l'odore, ma di sicuro puzzava fortemente. Le
sue mani cominciarono a muoversi per salutare: "Ciao piccolo; come ti
chiami?", disse l'uomo a Daniel. Uno sguardo veloce tra me e mia moglie:
"Che facciamo?" Daniel continuava a ridere e a ripetere : "Ciao,
ciao amico." Tutti nel ristorante guardavano noi e il mendicante.
Il vecchio
sporco stava scomodando il nostro bel figliolo. Cominciarono a servirci la
cena, mentre quell'uomo continuava a parlare e a gesticolare con Daniel. Tutti
ci trovavamo a disagio per l'atteggiamento di quell'uomo. In più era anche
ubriaco. Mia moglie ed io eravamo chiaramente in imbarazzo e non sapevamo cosa
fare. Mangiammo in fretta e in silenzio; Daniel invece, molto inquieto,
mostrava tutto il suo repertorio al mendicante che gli rispondeva con gesti
infantili imitando quelli dei bambini piccoli. Finalmente, finito di mangiare,
ci dirigiamo verso la porta d'uscita. Mia moglie andò a pagare il conto e
accordammo di ritrovarci fuori, nel parcheggio.
Il vecchio
si trovava molto vicino alla porta di uscita, ed io pregavo sottovoce il
Signore che ci facesse uscire prima che quel matto potesse avvicinarsi a
Daniel. Passai vicino all'uomo, dandogli la mia schiena e tentando di
trattenendo il respiro, per non respirare l'aria che il vecchio aveva
respirato.
Mentre io
facevo questo, Daniel andò rapidamente in direzione del mendicante e gli alzò
le sue braccia per farsi prendere in braccio. Prima che io potessi intervenire,
Daniel saltò in braccio al mendicante e lo abbracciò. Poi, in un atto di totale
fiducia, amore e sottomissione mise la sua testa sulla spalla del povero.
Quell'uomo
chiuse gli occhi. Due grosse lacrime gli solcarono le guance. Le sue mani
vecchie e rugose, piene di cicatrici e dolore, molto soavemente accarezzavano
la schiena di Daniel. Non avevo mai visto nella mia vita due esseri volersi
bene così profondamente in così poco tempo. Mi trattenei atterrito.
Il vecchio
uomo sospirò con Daniel ancora tra le sue braccia e poi, aprendo lentamente gli
occhi, mi fissò dicendomi, con voce forte e sicura: "Abbia cura di questo
giovanotto!"
In qualche
modo gli risposi: "Lo farò", con un immenso nodo alla gola. Egli
separò Daniel dal suo petto, lentamente, come se avesse un dolore, e me lo
diede in braccio. Presi Daniel mentre il vecchio mi diceva: "Dio la
benedica, signore. Lei mi ha fatto un regalo immenso."
Riuscii a
malapena a dire un sommesso grazie. Con Daniel in braccio. uscii di corsa verso
l'auto. Mia moglie si domandava perché stavo piangendo stringendomi così forte
al petto Daniel, e perché continuavo a ripetere: "Dio mio, Dio mio, perdonami."
Avevo appena
assistito all'amore di Cristo attraverso l'innocenza da un piccolo bambino che non
si fermò all'apparenza e non fece alcun giudizio; un bambino che vide un'anima
ed alcuni genitori che invece videro solo un mucchio di vestiti sporchi. Ero
stato un cristiano cieco, rimproverando invece il bimbo che cristiano lo era
fino in fondo.
Sentii che
Dio mi stava interrogando: "Sei disposto a condividere con me tuo figlio
per un momento, quando Io l'ho fatto per tutta l'eternità?" Quel vecchio,
inconsciamente, mi riportò alla mente le parole di Gesù: "Io vi assicuro
che chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in
esso." (Luca 18,17).
Parlando di:
autori biblici,
bambini,
citazioni,
Dio,
fango e stelle,
fede
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