mercoledì 25 dicembre 2013

Natale


I
Sibila il vento tra i comignoli scuri
E le stelle brillano sul vellutato parquet blu.
Solo una breve sosta, appoggiati ai muri,
Il naso rivolto all'equazione stellata.
La via è ben segnata, il risultato ora certo.
- Avete mai temuto di fallire?
- Può forse l'uomo dirsi sicuro di qualcosa?
- Non ha più importanza, ormai.
Prosciughiamo insieme
Le fiasche già magre.
Uno sguardo d'intesa, intesa profonda
E un sospiro, prima di ripartire.
Gli ultimi passi, trepidanti.

II
- Seguite la cometa!
Un sussurro lontano
Perduto nelle strade,
Inghiottito dalle metropolitane,
Dai centri commerciali,
Dai bus. Eppure percettibile.
La voce giovane di un vecchio,
Bianchi i capelli e angelico il cipiglio.
Ah, e se i tre non fossero stati
Troppo saggi per non esser folli
E avessero ignorato quel richiamo?

III
Quanto tempo ormai è passato,
Misurato, scandito da innumerevoli passi.
Eccolo lì, il luogo tanto cercato
Visto sfumato, appena accennato
Nelle divinazioni, tratteggiato nelle profezie.
- Avete mai temuto di fallire?
- Può forse l'uomo dirsi sicuro di qualcosa?
- Non ha più importanza, ormai.
Due più due fa quattro,
I calcoli astrali
Non ci hanno ingannato.
Una lacrima felice sembra sfiorare
La lunga barba dei tre pellegrini.
Ora che il sogno è realtà
Posson continuare a sognare.

IV
Invisibili scivolano tra le vie
Come la pioggia tra le tegole.
- Che luogo strano!
- E che tempo!
- Strani entrambi,
Ma non malvagi.
Quanti ne abbiamo visti così?
Ecco, la stella ammiccando si adagia
E attende come un gatto pigro.
Bussano. Bussano…

V
Bussano alla porta.
- Chi siete?
- E' qui
- Quel bambino, da poco nato,
- Salvatore del mondo?
- Dall'Oriente
- Ci ha guidato la stella
- La Sua stella
- Che pazzia è mai la vostra?
- Due più due fa quattro
- Una matematica
- Una metafisica
- Avicenna, Averroè, Zarathustra
- Qui v'è una giovine
- Vergine partoriente
- Giuro che nessuna donna è stata qui.
- Ricordati.
- Essa era ammantata
Di celeste serenità
- Il Salvatore del mondo
- Pazzi! Calcoli folli
E inutili speculazioni
Sono le vostre!
Tornate donde siete venuti,
Tornate al fango delle strade!

VI
L'uscio sbatte.
- Ricordo, ora ricordo!
La ragazza spossata!
L'uomo troppo giovane
Per sembrare così vecchio!
- Avete un posto per me e mia moglie,
Straziata dalle doglie e ormai prossima a partorire?
- No vecchio. Sparisci!
Poco più che bambina!
Non ti avvicinare!
Via! Via!
La porta si apre.
Buio e freddo, ora, nel vicolo.

EXITUS IN FORMA DI CANZONE
Canzone,
Viaggia per terra e per mare
Veloce, più dei tre pellegrini d'Oriente.
Cercano una piccola rosa
Pura e bella,
Come bagnata dalla rugiada.
E quando quell'antitetica coppia,
Lui giovane invecchiato
Lei vergine gravida,
Busserà alla porta della vostra quotidianità
Siate buoni,
Offritegli ristoro, tepore
Un po' di calda umanità.

Alessandro Basilico, dicembre 2002

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