domenica 30 dicembre 2012

Svelami il perché



Amorevole nostra madre terra,
sì nobile, grande e bella,
te che generi meravigliosi fiori e stupende creature
dal tuo grembo, con sudore e fatica
traggono linfa per la vita.

Svelami il perché
da ogni logica rifuggi,
amorevole ci coccoli
poi senza rimpianti ci distruggi?

Dal primo vagito
abbiam tanto penato
e tanto gioito,
entro il tuo corpo ci spegni
senza un grido.

Dalle nostre ceneri ne vuoi ricreare di più belli?
Vuoi rinnovare le vetrine del creato?
Dimmi tu: forse nel pianeta blu
la vita e la morte son facce dello stesso dado?

Dio mio!
Par disumana la tua legge:
ieri hai seminato in un tripudio di luci
oggi hai visto, ammirato, amato,
lo splendore del tuo Eden,
stasera ogni cosa recidi del creato.

Siam la tua immagine, un soffio del Tuo io,
eppur oscuro resta il tuo misterioso progetto
che può essere solo perfetto.
Ma già lo sappiamo…,
solo in Te fidenti dobbiamo.

mercoledì 26 dicembre 2012

Scrivo da una cella senza finestre



Nel giorno del protomartire della Chiesa vorrei ricordare la difficoltà dei cristiani di oggi.

Se mi convertissi sarei libera, preferisco morire cristiana.

"Mi chiamo Asia Noreen Bibi. Scrivo agli uomini e alle donne di buona volontà dalla mia cella senza finestre, nel modulo di isolamen­to della prigione di Sheikhupura, in Pakistan, e non so se leggerete mai questa lettera. Sono rinchiusa qui dal giugno del 2009. Sono stata con­dannata a morte mediante impiccagione per blasfemia contro il profe­ta Maometto.

Dio sa che è una sentenza ingiusta e che il mio unico delitto  in questo mio grande Paese che amo tanto, è di essere cattolica. Non so se queste parole usciranno da questa prigione. Se il Signore miseri­cordioso vuole che ciò avvenga, chiedo agli spagnoli (il 15 dicembre, il marito di Asia ritirerà a Madrid il premio dell’associazione HazteOir, n­dr ) di pregare per me e intercedere presso il presidente del mio bellissi­mo Paese affinché io possa recuperare la libertà e tornare dalla mia fa­miglia che mi manca tanto. Sono sposata con un uomo buono che si chiama Ashiq Masih. Abbia­mo cinque figli, benedizione del cielo: un maschio, Imran, e quattro ra­gazze, Nasima, Isha, Sidra e la piccola Isham. Voglio soltanto tornare da loro, vedere il loro sorriso e riportare la serenità. Stanno soffrendo a cau­sa mia, perché sanno che sono in prigione senza giustizia. E temono per la mia vita. Un giudice, l’onorevole Naveed Iqbal, un giorno è entrato nel­la mia cella e, dopo avermi condannata a una morte orribile, mi ha of­ferto la revoca della sentenza se mi fossi convertita all’islam. Io l’ho rin­graziato di cuore per la sua proposta, ma gli ho risposto con tutta one­stà che preferisco morire da cristiana che uscire dal carcere da musul­mana. «Sono stata condannata perché cristiana – gli ho detto –. Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui».

Due uomini giusti sono stati assassinati per aver chiesto per me giusti­zia e libertà. Il loro destino mi tormenta il cuore. Salman Taseer, gover­natore della mia regione, il Punjab, venne assassinato il 4 gennaio 2011 da un membro della sua scorta, semplicemente perché aveva chiesto al governo che fossi rilasciata e perché si era opposto alla legge sulla bla­sfemia in vigore in Pakistan. Due mesi dopo un ministro del governo na­zionale, Shahbaz Bhatti, cristiano come me, fu ucciso per lo stesso mo­tivo. Circondarono la sua auto e gli spararono con ferocia.

Mi chiedo quante altre persone debbano morire a causa della giustizia. Prego in ogni momento perché Dio misericordioso illumini il giudizio delle nostre autorità e le leggi ristabiliscano l’antica armonia che ha sempre regnato fra persone di differenti religioni nel mio grande Pae­se. Gesù, nostro Signore e Salvatore, ci ama come esseri liberi e credo che la libertà di coscienza sia uno dei tesori più preziosi che il nostro Creatore ci ha dato, un tesoro che dobbiamo proteggere. Ho provato u­na grande emozione quando ho saputo che il Santo Padre Benedetto XVI era intervenuto a mio favore. Dio mi permetta di vivere abbastan­za per andare in pellegrinaggio fino a Roma e, se possibile, ringraziarlo personalmente.

Penso alla mia famiglia, lo faccio in ogni momento. Vivo con il ricordo di mio marito e dei miei figli e chiedo a Dio misericordioso che mi per­metta di tornare da loro. Amico o amica a cui scrivo, non so se questa lettera ti giungerà mai. Ma se accadrà, ricordati che ci sono persone nel mondo che sono perseguitate a causa della loro fede e – se puoi – prega il Signore per noi e scrivi al presidente del Pakistan per chiedergli che mi faccia ritornare dai miei familiari. Se leggi questa lettera, è perché Dio lo avrà reso possibile. Lui, che è buono e giusto, ti colmi con la sua Grazia."

Asia Noreeen Bibi - Prigione di Sheikhupura, Pakistan​ - 8 dicembre 2012

fonte: Avvenire.it

venerdì 21 dicembre 2012

E’ successo qualcosa di straordinario



Un giorno il sindaco ci ha chiesto di partecipare ad un’azione, denominata “Agenda 2000”, nella quale erano impegnati tutti i gruppi della città nell'intento di capire come gestire l’inquinamento dell’ambiente o il risparmio dell’acqua… A me, in quanto sacerdote, affidano un gruppo misto che si occupa dell’inquinamento mentale e spirituale. 
Dopo qualche tempo ho chiesto al sindaco di fare lui una preghiera alla processione del Corpus Domini, proprio al centro della città. La processione si è fermata davanti al Comune e lui, con le sue parole, ha  affidato la città alla guida e alla protezione di Dio. In quel momento è sceso un  grande silenzio e una gioia immensa ha preso le persone, quando tutti, in piazza hanno cantato il Te Deum. 
E’ successo qualcosa di straordinario, di particolare. Si capiva che la religione, la fede ha a che fare con le case, le strade, la vita pubblica, la vita privata, con ciascuno di noi. E questo ci ha responsabilizzati tutti.

Wolfgang Schneck

giovedì 20 dicembre 2012

La chiamano guerra



Non vi sono”ma”,”se” o “però”
ma solo “perché”
nel cuore degli uomini
il tarlo della guerra si annidò?
La guerra flagello della terra,
strazio delle genti,
cancro delle umane menti.
Guerra, filo conduttore nella storia,
mostrami dov’è la tua vittoria!
Dopo aver infranto, ferito, straziato,
sconvolto, distrutto, violentato
nel sangue dell’uomo morto
cogli il tuo macabro raccolto.
Guerra, prediletta figlia dell’odio
nei secoli troppo spesso
prepotentemente, sei salita sul podio.
Povero piccolo uomo
che ti credi perfetto
espelli quel virus dall'intelletto.
Per amore di Gesù Bambino
non uccidere più tuo fratello, Caino.
Allora, invece dei caccia bombardieri,
colombe bianche solcheranno i cieli.
Sarà meraviglioso quel giorno
che tutti i popoli della terra
aborriranno per sempre la guerra
e sul cuore di ogni uomo, al fin sagace,
sarà marchiata a fuoco la parola
PACE.                                                               

martedì 18 dicembre 2012

Se


Se sai mantenere la calma
quando tutti attorno a te la stanno perdendo...
Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
tenendo, però, nel giusto conto i loro dubbi...
Se sai aspettare senza stancarti di aspettare
o essendo calunniato non rispondere con calunnie
o essendo odiato non dare spazio all’odio
senza tuttavia sembrare troppo buono
né parlare troppo da saggio...
Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni...
Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine...
Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta
e trattare questi due impostori proprio allo stesso modo ...
Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto
distorta da imbroglioni
che ne fanno una trappola per ingenui;
guardare le cose - per le quali hai dato la vita -
distrutte e umiliarti a ricostruirle...
Se sai fare un’unica pila delle tue vittorie
e rischiarla in un solo colpo a testa e croce
e perdere, e ricominciare di nuovo senza mai lasciarti sfuggire
una parola su quello che hai perso...
Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi
a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più
e così resistere quando in te non c’è più nulla
tranne la volontà che dice loro: “Resistete!”...
Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà
passeggiare con i re senza perdere il comportamento normale...
Se non possono ferirti né i nemici né gli amici troppo premurosi...
Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo...
Se riesci a riempire l’inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa...
tua è la Terra e tutto ciò che vi è in essa
e - quel che più conta - tu sarai un Uomo, figlio mio!

Rudyard Kipling (1865-1936)

lunedì 17 dicembre 2012

Il mio secolo non mi fa paura



Il mio secolo non mi fa paura,
il mio secolo pieno di miserie e di crudeltà...
il mio secolo coraggioso e eroico.
Non dirò mai che sono vissuto troppo presto
o troppo tardi.
Sono fiero di essere qui, con voi.
Amo il mio secolo che muore e rinasce
un secolo i cui ultimi giorni saranno belli:
il mio secolo splenderà un giorno
come i tuoi occhi.

Nazim Hikmet

venerdì 14 dicembre 2012

Vivere sani

Ma quante attività si possono fare riconvertendo gli oggetti!
Non tutte però si possono considerare utili, esteticamente belle ed effettivamente usabili.

De gustibus non est disputandum: ovviamente tutto dipende anche dai gusti di ciascuno di noi, dalla nostra sensibilità e capacità inventiva.

Sobbalzando qua e là tra le pagine, si vede come la voglia di creatività dilaga e l'interesse per
-il riuso,
-il riciclaggio e
-il vivere sano
incuriosisca e metta alla prova tantissime persone per creare, inventare e fare.

Oggi parliamo di
sensibilizzazione attraverso l'uso della grafica.

Qui di seguito troverete qualcosa che ho trovato in siti, blog e altre pagine.


http://consigliecobionews.blogspot.it/2012/08/ecologia-sensibilizziamo-con-le-immagini.html

http://consigliecobionews.blogspot.it/2012/10/e-tu-quale-combinazione-stai-adottando.html

http://consigliecobionews.blogspot.it/

http://www.ceat.gob.mx/?p=1345

http://love4globe.org/?page_id=3289

http://love4globe.org/?page_id=1758

http://love4globe.org/?page_id=1373

http://love4globe.org/?page_id=595
dal Web

http://pinterest.com/pin/129830401729367143/

http://pinterest.com/pin/129830401729012925/

http://pinterest.com/pin/129830401728876670/

http://pinterest.com/pin/129830401728418013/
http://pinterest.com/pin/129830401728417989/
http://pinterest.com/pin/129830401728417804/
http://upcycleart.com/category/infografica/
http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2012/nucleare/Nuclear_stress_infografica.jpg
dal Web
http://consigliecobionews.blogspot.it/
http://consigliecobionews.blogspot.it/
http://www.ecf.com/press_release/5056/
Sunwand

mercoledì 12 dicembre 2012

Non smettere mai



Non smettere mai di correre verso un traguardo,
non smettere di essere te stesso,
lotta sempre per ciò che desideri.
Vivi per la tua vita,
ama chi ti ama e
aiuta quando puoi,
sogna sempre mete impossibili,
regalati in ogni istante attimi di vita eterna e
in tutto questo immenso vivere
racchiudi la magia dell’amore..

Madre Teresa di Calcutta

lunedì 10 dicembre 2012

...si attacchi alla croce



Chi non vede la meta del suo cammino, si attacchi alla croce ed essa lo porterà.

S. Agostino

domenica 9 dicembre 2012

Lasciare all'altro la libertà di essere se stesso



Amare significa lasciare all'altro la libertà di essere se stesso in ogni istante del proprio cammino insieme, ed esserne capaci implica aver raggiunto una maturità interiore tale da non temere neanche il venir meno dell’affetto o dell’interesse da parte dell’amato. Amare vuol dire desiderare la gioia del proprio amato senza porre alcuna condizione e senza aspettarsi nulla in cambio. L’amore è una qualità del proprio essere, se la si possiede, ne beneficia indistintamente chiunque ne venga a contatto, un amante, un amico, un figlio, uno sconosciuto. Si dovrebbe stare insieme soltanto perché si sta bene "con", e invece molto spesso si sta insieme perché si sta male "senza". Solo se hai sconfitto la paura della solitudine sarai capace di amare. Solo se ami la solitudine ogni momento vissuto con l’altro diventa una scelta d’amore.

Osho (1931 - 1990)

sabato 8 dicembre 2012

Non è forse vero che la vita è più importante del cibo e il corpo è più importante del vestito?



Perciò io vi dico: non preoccupatevi troppo del mangiare e del bere che vi servono per vivere, o dei vestiti che vi servono per coprirvi. Non è forse vero che la vita è più importante del cibo e il corpo è più importante del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: essi non seminano, non raccolgono e non mettono il raccolto nei granai. Eppure il Padre vostro che è in cielo li nutre! Ebbene, voi non valete forse più di loro?
E chi di voi con tutte le sue preoccupazioni può vivere un giorno più di quel che è stabilito?
Anche per i vestiti, perché vi preoccupate tanto? Guardate come crescono i fiori dei campi: non lavorano, non si fanno vestiti.  Eppure vi assicuro che nemmeno Salomone, con tutta la sua ricchezza, ha mai avuto un vestito così bello! Se dunque Dio rende così belli i fiori dei campi che oggi ci sono e il giorno dopo vengono bruciati, a maggior ragione procurerà un vestito a voi, gente di poca fede!
Dunque, non state a preoccuparvi troppo, dicendo: “Che cosa mangeremo?, che cosa berremo?, come ci vestiremo?”. Sono gli altri, quelli che non conoscono Dio, a cercare sempre tutte queste cose. Il Padre vostro che è in cielo sa che avete bisogno di tutte queste cose.

Vangelo di Matteo 6, 25-32

venerdì 7 dicembre 2012

Fine di un’epoca

Andrea Palladio, Villa Marcello Curti a Bertesina (Villa Gazzotti), 1542-1543

Fine. Fine di un’epoca.
Nonostante fosse necessario aver fatto quell'esame  i prof hanno sempre accettato di farci dare il loro senza registrarlo. Ma quell'esame, io e la mia compagna di lavoro, proprio non riuscivamo a darlo.

Secondo anno. Disegno II. Dopo avere accuratamente evitato di farci avvicinare ad autocad il primo anno di università, il secondo è partito direttamente con lezioni di 3d con 3DStudio, programma attraverso il quale avremmo dovuto realizzare il modello del caso studio assegnatoci, così da descriverlo con analisi geometriche e render. È ovvio dire che quell'esame, quell'anno  su una novantina di persone, lo diedero meno di quante sono le dita di due mani.

Man mano, gli anni successivi, qualcuno riusciva a portarlo avanti, spesso con qualche altro esame impegnativo lasciato indietro. Noi, dopo esserci messe più volte al lavoro, a più riprese, per non lasciare indietro nulla, siamo riuscite a darlo solo una settimana fa, al quinto anno. È stato un parto? Quasi! Questo a causa dei problemi inerenti il rilevo disegnato a mano nel ’68, la creazione del modello con tutte le modanature, i capitelli, la comprensione delle travi che sorreggono il tetto, i settaggi per i render, ecc..

Alla fine il nostro bimbo è nato! Villa Gazzotti (o Marcello Curti) del Palladio, ha preso vita nelle nostre tavole!

Quinto anno: è l’anno in cui si inizia il laboratorio di Sintesi Finale che ti porta alla laurea. Importante, quindi, è scegliere quale si voglia fare. Alcuni hanno inizio nel primo semestre, altri nel secondo. Funziona così: scegli il laboratorio che più ti interessa, viene stilata una graduatoria in base all’anno di corso, alla media e all’aver fatto o no il tirocinio: i primi 15 circa entrano gli altri rimangono fuori e provano ad iscriversi ad un altro laboratorio. Il punto però è che per iscriversi ad un qualsiasi laboratorio, solo da quest’anno, bisogna aver dato tutti gli esami.
A settembre, proprio per questa ragione, non ho potuto iniziare (avrei voluto iscrivermi a Restauro) e, così, inizierò a febbraio con qualcos’altro che non voglio fare. Vabbè.
Inoltre, mentre eravamo prese dalla preparazione per questo esame, ci siamo divise tra le altre lezioni e il tirocinio.
Il 27 novembre ho finito il tirocinio e il 28 abbiamo dato l’esame.

Si chiude un’epoca. Perché sono in pari, perché ho tutte le carte in regola per i laboratori di Sintesi, perché finalmente, vedo la luce fuori dal tetro tunnel universitario.
In effetti sono speranzosa, anche se…Il tirocinio deve essere ancora convalidato e la mia tutor didattica temporeggia e la scadenza per presentarlo è vicina e, inoltre, gli esami dati senza Disegno II devono ancora essere registrati.

Intanto incrocio le dita e, mentre preparo altri esami, soppeso a quale laboratorio iscrivermi.

Sunwand

P.S. Se qualcuno ha bisogno di materiali o informazioni sulla villa mi può contattare (fangoestelle.sunwand@gmail.com)

giovedì 6 dicembre 2012

Il sapore di un tempo che è stato



E dopo questo periodo altalenante, presa dal tirocinio e dall'unico esame rimasto indietro, che mi ha bloccato la registrazione di tanti altri esami, ritorno alla solita vita, al solito tram tram, sempre di corsa. Eppure eccomi qua, in un momento libero, in un momento in cui ho deciso (e ho potuto) staccare la spina alle solite cose, sedermi al tavolo in cucina, ritornare davanti al computer (eh, in effetti non ho staccato la spina al computer: ci passo davanti più ore di quelle che uso per dormire) e, finalmente, ritornare a scrivere.

Scrivere. Mi manca scrivere! Non che mi manchi tanto il battere qua e là i tasti di una nera tastiera: quello che mi manca è lo scrivere a mano. Mi manca prendere un foglio bianco, una penna idonea alla grammatura e tessitura del foglio (ad esempio, se grosso e fibroso, preferisco una penna a gel o, se normale, una classica Bic con tratto scorrevole e ben nero oppure, se il foglio è sottile adoro le bp-s matic fine) e trovarmi sola con loro scrivendo ogni cosa mi possa dettare la mia testa o il mio cuore, in base alle circostanze.

Quanto è curativo scrivere!

Eppure spesso finisco penne a forza di scarabocchiare parole: la fregatura è che avviene con il frenetico prendere appunti all’università. È da molto che io, la penna e il foglio non ci ritroviamo da soli, è da molto che non copro pagine bianche di frasi, di pensieri, che non le uso per raccontarmi, per sfogarmi, per capirmi mentre rileggo quei fogli.

Un tempo quante lettere scrivevo a mano, incurante del fatto che amiche e amici si parlassero per mail, chat o che a loro bastassero dei semplici sms!
Fino a qualche anno fa io e Luca ci scambiavamo lettere, magari ogni tanto; fino a qualche anno fa avevo un’amica di penna dove, arrivata per posta una sua lettera o cartolina, subito correvo a risponderle: ora più nulla e, oltre a questo, quando ci provo, non riesco più a farle belle come un tempo. Perché?!

Mi piace prefigurare il layout ancora prima di scrivere, mi piace comporre pensieri per ogni occasione, mi piace disegnare liberamente sulla carta, mi piacciono, in generale, quelle cose artigianali, fatte a mano, che hanno il sapore di un tempo che è stato. Forse è per questo che, dopo aver scoperto in centro un negozietto meraviglioso, mi sono fatta catturare da un libro di calligrafia, da un cofanetto con stecche di ceralacca, inchiostri e un sigillo su cui ho inserito la lettera D. Eppure, da allora poco ho fatto, poco mi sono esercitata, poco ho imparato di calligrafia e poco tempo ho avuto a disposizione.

Eppure non mi arrendo al fatto che siamo tutti ormai portati a non fermarci, a non pensare ma a fare e andare avanti, a correre dividendoci a fatica tra lavoro e casa, ufficio e affetti; eppure, nonostante mi dicano che chi farà il mio lavoro, vivrà per il lavoro, non desisto dalla voglia di dedicarmi alle tante mie passioni e hobbies, a dedicarmi a tutte quelle variegate piccole attività che mi arricchisco, che mi fanno sentire bene, che mi regalano frammenti di sogni nella realtà.

Come solo una penna e un foglio possono fare. 

Sunwand

giovedì 29 novembre 2012

La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.



La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.
E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.
Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili,
di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.
Non ci esponiamo mai.
Perché ci manca la forza di essere uomini,
quella che ci fa accettare i nostri limiti,
che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto.
Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà.
Mi piacciono i barboni.
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturarne l’anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.

Alda Merini

giovedì 22 novembre 2012

Abbiamo case più grandi ma famiglie più piccole...


Abbiamo case più grandi ma famiglie più piccole...
Più opportunità ma meno tempo...
Più istruzione ma meno buon senso...
Più conoscenza ma meno senso critico...
Più esperti ma più problemi…
Più medicine ma meno benessere…
Siamo andati e tornati dalla luna, ma facciamo fatica ad attraversare la strada per stringere la mano ad un uomo vicino…
Abbiamo prodotto più pc per registrare più informazione, per replicare più documenti come non mai, ma siamo meno capaci di comunicare…
Siamo imbattibili sulla quantità ma scarsi sulla qualità…
Questi sono tempi da fast-food, ma dalla digestione lenta…
Sono i tempi dei grandi uomini ma di carattere mediocre...
Sono tempi in cui si realizzano profitti astronomici ma povere relazioni…
Questa è un epoca in cui tutto viene messo in vista sulla finestra, per occultare il vuoto della stanza.

Dalai Lama - Abbiamo case più grandi ma...

mercoledì 21 novembre 2012

Niente di nuovo sotto il Sole...Boicottaggio Nestlé


Non credevo bastasse un semplice articolo di wikipedia per sviscerare le "cattive abitudini" della multinazionale svizzera Nestlè. Sopratutto, pur sapendo che controlla un vasto numero di marchi, non immaginavo così tanti!
Certo è che "cattive abitudini" è molto più blando di un eufemismo!
Latte in polvere: nonostante abbia aderito al Codice Internazionale dell'OMS contro i surrogati del latte materno in quanto, nei paesi del terzo mondo l'uso del latte in polvere ha provocato la morte di circa un milione e mezzo di bambini per via dell'acqua non sterilizzata e dei biberon utilizzati e nei paesi sviluppati questo uso ha aumentato il rischio di mortalità post-neonatale, la Nestlé (e altre) ha infranto il Codice al quale ha aderito continuando a regalare campioni di latte in polvere agli ospedale specie del terzo mondo (abituando subito i bimbi a quel latte) e poi incentivando pubblicità di biberon. A causa del prezzo, inoltre, alcune mamme hanno iniziato ad diluire quel latte con l'acqua, specie nei paesi più poveri, malnutrendo i figli.
E poi, la causa contro l'Etiopia per danni nel settore agricolo etiope di sua proprietà causata da una terribile carestia: chiedeva 6 milioni di dollari. Aggiungiamo il cibo per animali contaminato, le tracce di OGM nel Nesquik e nella pasta Buitoni e in dolci e merendine, fino alla schiavitù e alla manodopera infantile nelle piantagioni di cacao (con aree di foresta distrutte per inserire queste piantagioni e uso di pesticidi pericolosi e persino proibiti nei paesi industrializzati): bambini "costretti a lavorare in piantagioni di cacao gratuitamente dalle 12 alle 14 ore al giorno, con poco cibo, sonno e frequenti percosse". Oltre ai finanziamenti ai partiti americani (strumento legale negli USA), per non far mancare niente al suo splendido curriculum, si aggiunge la condanna, con la Tetrapak, per tracce di inchiostro nel latte.
fonti:
Nestlè - Wikipedia
Answers.yahoo
Eppure la Nestlé non è l'unica multinazionale che bisognerebbe boicottare!
Coca cola, Nike, McDonnald, Chiquita, Unilever,...
Se non guardiamo agli aspetti della nostra salute, se non guardiamo alle spregiudicate politiche e tutto il resto ma, dato che ieri era la giornata internazionale dell'infanzia, se guardiamo le multinazionali dal punto di vista dello sfruttamento minorile è negativamente stupefacente l'elenco dei marchi incriminati!


Difficile rinunciare a tutto dall'oggi al domani...Io inizio il mio boicottaggio nei confronti della Nestlé anche se ancora con tanti dubbi e perplessità ma almeno è, appunto, un inizio!

Voi che fate?

Sunwand

lunedì 19 novembre 2012

Sii l'espressione della bontà di Dio



Non permettere mai che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento.
Sii l’espressione della bontà di Dio. Bontà sul tuo volto e nei tuoi occhi, bontà nel tuo sorriso
e nel tuo saluto. Ai bambini, ai poveri e a tutti coloro che soffrono nella carne e nello spirito,
offri sempre un sorriso gioioso. Dai a loro non solo le tue cure ma anche il tuo cuore.

Madre Teresa di Calcutta

sabato 17 novembre 2012

Stagioni diverse



Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, poiché le parole le immiseriscono – le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Ma è più che questo, vero? Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portare via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate. Questa è la cosa peggiore, secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.

Stephen King

giovedì 15 novembre 2012

Corpo di donna, bianche colline



Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.

Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.

Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!

Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dolore infinito.

Pablo Neruda: Corpo di donna...

mercoledì 14 novembre 2012

Lettera sulla preghiera




Mi chiedi: perché pregare? Ti rispondo: per vivere.

Sì: per vivere veramente, bisogna pregare. Perché? Perché vivere è amare: una vita senza amore non è vita. È solitudine vuota, è prigione e tristezza. Vive veramente solo chi  ama: e ama solo chi si sente amato, raggiunto e trasformato dall'amore. Come la pianta che non fa sbocciare il suo frutto se non è raggiunta dai raggi del sole, così il cuore umano non si schiude alla vita vera e piena se non è toccato dall'amore. Ora, l’amore nasce dall'incontro e vive dell’incontro con l’amore di Dio, il più grande e vero di tutti gli amori possibili, anzi l’amore al di là di ogni nostra definizione e di ogni nostra possibilità. Pregando, ci si lascia amare da Dio e si nasce all’amore, sempre di nuovo. Perciò, chi prega vive, nel tempo e per l’eternità. E chi non prega? Chi non prega è a rischio di morire dentro, perché gli mancherà prima o poi l’aria per respirare, il calore per vivere, la luce per vedere, il nutrimento per crescere e la gioia per dare un senso alla vita.

Mi dici: ma io non so pregare!
Mi chiedi: come pregare? Ti rispondo: comincia a dare un po’ del tuo tempo a Dio.

All'inizio, l’importante non sarà che questo tempo sia tanto, ma che Tu glielo dia fedelmente. Fissa tu stesso un tempo da dare ogni giorno al Signore, e daglielo fedelmente, ogni giorno, quando senti di farlo e quando non lo senti. Cerca un luogo tranquillo, dove se possibile ci sia qualche segno che richiami la presenza di Dio (una croce, un’icona, la Bibbia, il Tabernacolo con la Presenza eucaristica…). Raccogliti in silenzio: invoca lo Spirito Santo, perché sia Lui a gridare in te "Abbà, Padre!". Porta a Dio il tuo cuore, anche se è in tumulto: non aver paura di dirGli tutto, non solo le tue difficoltà e il tuo dolore, il tuo peccato e la tua incredulità, ma anche la tua ribellione e la tua protesta, se le senti dentro. Tutto questo, mettilo nelle mani di Dio: ricorda che Dio è Padre – Madre nell'amore, che tutto accoglie, tutto perdona, tutto illumina, tutto salva. Ascolta il Suo Silenzio: non pretendere di avere subito le risposte. Persevera. Come il profeta Elia, cammina nel deserto verso il monte di Dio: e quando ti sarai avvicinato a Lui, non cercarlo nel vento, nel terremoto o nel fuoco, in segni di forza o di grandezza, ma nella voce del silenzio sottile (cf. 1 Re 19,12). Non pretendere di afferrare Dio, ma lascia che Lui passi nella tua vita e nel tuo cuore, ti tocchi l’anima, e si faccia contemplare da te anche solo di spalle.

Ascolta la voce del Suo Silenzio. Ascolta la Sua Parola di vita: apri la Bibbia, meditala con amore, lascia che la parola di Gesù parli al cuore del tuo cuore; leggi i Salmi, dove troverai espresso tutto ciò che vorresti dire a Dio; ascolta gli apostoli e i profeti; innamorati delle storie dei Patriarchi e del popolo eletto e della chiesa nascente, dove incontrerai l’esperienza della vita vissuta nell'orizzonte dell’alleanza con Dio. E quando avrai ascoltato la Parola di Dio, cammina ancora a lungo nei sentieri del silenzio, lasciando che sia lo Spirito a unirti a Cristo, Parola eterna del Padre. Lascia che sia Dio Padre a plasmarti con tutte e due le Sue mani, il Verbo e lo Spirito Santo.

All’inizio, potrà sembrarti che il tempo per tutto questo sia troppo lungo, che non passi mai: persevera con umiltà, dando a Dio tutto il tempo che riesci a darGli, mai meno, però, di quanto hai stabilito di poterGli dare ogni giorno. Vedrai che di appuntamento in appuntamento la tua fedeltà sarà premiata, e ti accorgerai che piano piano il gusto della preghiera crescerà in te, e quello che all'inizio ti sembrava irraggiungibile, diventerà sempre più facile e bello. Capirai allora che ciò che conta non è avere risposte, ma mettersi a disposizione di Dio: e vedrai che quanto porterai nella preghiera sarà poco a poco trasfigurato.

Sappi, tuttavia, che non mancheranno in tutto questo le difficoltà: a volte, non riuscirai a far tacere il chiasso che è intorno a te e in te; a volte sentirai la fatica o perfino il  disgusto di metterti a pregare; a volte, la tua sensibilità scalpiterà, e qualunque atto ti sembrerà preferibile allo stare in preghiera davanti a Dio, a tempo "perso". Sentirai, infine, le tentazioni del Maligno, che cercherà in tutti i modi di separarti  dal Signore, allontanandoti dalla preghiera. Non temere: le stesse prove che tu vivi le hanno vissute i santi prima di te, e spesso molto più pesanti delle tue. Tu continua solo ad avere fede. Persevera, resisti e ricorda che l’unica cosa che possiamo veramente dare a Dio è la prova della nostra fedeltà. Con la perseveranza salverai la tua preghiera, e la tua vita.

Verrà l’ora della "notte oscura", in cui tutto ti sembrerà arido e perfino assurdo nelle cose di Dio: non temere. È quella l’ora in cui a lottare con te è Dio stesso: rimuovi da te ogni peccato, con la confessione umile e sincera delle tue colpe e il perdono sacramentale; dona a Dio ancor più del tuo tempo; e lascia che la notte dei sensi e dello spirito diventi per te l’ora della partecipazione alla passione del Signore. A quel punto, sarà  Gesù stesso a portare la tua croce e a condurti con sé verso la gioia di Pasqua. Non ti stupirai, allora, di considerare perfino amabile quella notte, perché la vedrai trasformata per te in notte d’amore, inondata dalla gioia della presenza dell’Amato, ripiena del profumo di Cristo, luminosa della luce di Pasqua.

Non avere paura, dunque, delle prove e delle difficoltà nella preghiera: ricorda solo che Dio è fedele e non ti darà mai una prova senza darti la via d’uscita e non ti esporrà mai a una tentazione senza darti la forza per sopportarla e vincerla. Lasciati amare da Dio: come una goccia d’acqua che evapora sotto i raggi del sole e sale in alto e ritorna alla terra come pioggia feconda o rugiada consolatrice, così lascia che tutto il tuo essere sia lavorato da Dio, plasmato dall'amore dei Tre, assorbito in Loro e restituito alla storia come dono fecondo. Lascia che la preghiera faccia crescere in te la libertà da ogni paura, il coraggio e l’audacia dell’amore, la fedeltà alle persone che Dio ti ha affidato e alle situazioni in cui ti ha messo, senza cercare evasioni o consolazioni a buon mercato. Impara, pregando, a vivere la pazienza di attendere i tempi di Dio, che non sono i nostri tempi, ed a seguire le vie di Dio, che tanto spesso non sono le nostre vie.

Un dono particolare che la fedeltà nella preghiera ti darà è l’amore agli altri e il senso della chiesa: più preghi, più sentirai misericordia per tutti, più vorrai aiutare chi soffre, più avrai fame e sete di giustizia per tutti, specie per i più poveri e deboli, più accetterai di farti carico del peccato altrui per completare in te ciò che manca alla passione di Cristo a vantaggio del Suo corpo, la chiesa. Pregando, sentirai come è bello essere nella barca di Pietro, solidale con tutti, docile alla guida dei pastori, sostenuto dalla preghiera di tutti, pronto a servire gli altri con gratuità, senza nulla chiedere in cambio. Pregando sentirai crescere in te la passione per l’unità del corpo di Cristo e di tutta la famiglia umana. La preghiera è la scuola dell’amore, perché è in essa che puoi riconoscerti infinitamente amato e nascere sempre di nuovo alla generosità che prende l’iniziativa del perdono e del dono senza calcolo, al di là di ogni misura di stanchezza.

Pregando, s’impara a pregare, e si gustano i frutti dello Spirito che fanno vera e bella la vita:

"amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" (Gal 5,22).

Pregando, si diventa amore, e la vita acquista il senso e la bellezza per cui è stata voluta da Dio.

Pregando, si avverte sempre più l’urgenza di portare il Vangelo a tutti, fino agli estremi confini della terra.

Pregando, si scoprono gli infiniti doni dell’Amato e si impara sempre di più a rendere grazie a Lui in ogni cosa.

Pregando, si vive. Pregando, si ama. Pregando, si loda.

E la lode è la gioia e la pace più grande del nostro cuore inquieto, nel tempo e per l’eternità.

Se dovessi, allora, augurarti il dono più bello, se volessi chiederlo per te a Dio, non esiterei a domandarGli il dono della preghiera. Glielo chiedo: e tu non esitare a chiederlo a Dio per me. E per te. La pace del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con te. E tu in loro: perché pregando entrerai nel cuore di Dio, nascosto con Cristo in Lui, avvolto dal Loro amore eterno, fedele e sempre nuovo. Ormai lo sai: chi prega con Gesù e in Lui, chi prega Gesù o il Padre di Gesù o invoca il Suo Spirito, non prega un Dio generico e lontano, ma prega in Dio, nello Spirito, per il Figlio il Padre. E dal Padre, per mezzo di Gesù, nel soffio divino dello Spirito, riceverà ogni dono perfetto, a lui adatto e per lui da sempre preparato e desiderato. Il dono che ci aspetta. Che ti aspetta.

Mons. Bruno Forte - Vescovo di Chieti - Messaggio per la Quaresima 2007

martedì 13 novembre 2012

Colpevole di qualcosa d’indefinito



Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più. Nelle infatuazioni a senso unico l’oggetto del nostro amore si limita a negarci il suo. Ci toglie qualcosa che ci aveva dato soltanto nella nostra immaginazione. Ma quando un sentimento ricambiato cessa di esserlo, si interrompe bruscamente il flusso di un’energia condivisa. Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva. Colpevole di qualcosa d’indefinito.

Massimo Gramellini - Fai bei sogni

lunedì 12 novembre 2012

San Martino



La nebbia e gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar,
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiettando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespro migrar.

Giosué Carducci

sabato 10 novembre 2012

Bisogna progettare per un senso collettivo non per blasfemia individuale


04/12/1927 - 01/11/2012

"(...) La sua visione dell’architettura passa per tre fasi: analitica, sintetica, estetica. Cosa vuol dire?

Analitica, sintetica, estetica e anche profetica. È quello che le ho detto prima: l’analisi del contesto è fondamentale, poi bisogna fare una sintesi. L’architettura nasce dal terreno, dall'analisi del luogo quindi, si costruisce appunto a partire dal contesto e dalla sintesi di ciò che dal contesto emerge. E poi si spera di essere estetici e profetici.

Profetici?

L’architettura deve dare delle indicazioni che possono valere anche per gli altri, che devono servire agli altri per apprendere altre cose, come una specie di insegnamento di volontà positiva. L’architettura deve lasciare un segno, un messaggio. Come la Torre Velasca: ha lasciato o no un segno? Sì, quindi è stata costruita in modo analitico, sintetico, estetico e profetico. (...)"

Gae Aulenti - Dall'intervista di Greta La Rocca

giovedì 8 novembre 2012

13 versi per vivere


1. Ti amo non per chi sei, ma... per chi sono io quando sto con te.
2. Nessuna persona merita le tue lacrime, e chi le merita non ti farà piangere.
3. Solo perché qualcuno non ti ama come vorresti, non significa che non ti ami con tutto
il suo essere.
4. Un vero amico è chi ti prende per mano e ti tocca il cuore.
5. Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è starci seduto vicino e sapere che non lo potrai avere mai.
6. Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi si potrebbe innamorare del tuo sorriso.
7. Per il mondo puoi essere solamente una persona, ma per una persona tu sei il mondo.
8. Non passare il tempo con qualcuno che non è disposto a passarlo con te.
9. Forse Dio desidera che tu conosca molte persone sbagliate prima che tu conosca la persona giusta, affinché, quando infine la conoscerai, tu sappia essere grato.
10. Non piangere perché qualcosa si è conclusa, sorridi perché è successa.
11. Ci sarà sempre gente che ti ferisce, ciò che devi fare è continuare ad avere fiducia, stando più attento a chi darai fiducia due volte.
12. Convertiti in una persona migliore e assicurati di sapere chi sei prima di conoscere qualcun'altro e sperare che questa persona sappia chi sei.
13. Non ti sforzare tanto, le cose migliori succedono quando meno te lo aspetti.

Gabriel García Marquez - "13 versi per vivere"

lunedì 5 novembre 2012

La stagione del dare



Date poca cosa se date le vostre ricchezze.
E' quando date voi stessi che date veramente.
Che cosa sono le vostre ricchezze se non ciò che custodite e nascondete nel timore del domani?
E domani, che cosa porterà il domani al cane troppo previdente che sotterra l'osso nella sabbia senza traccia, mentre segue i pellegrini alla città santa?
E che cos'è la paura del bisogno se non bisogno esso stesso?
Non è forse sete insaziabile il terrore della sete quando il pozzo è colmo?
Vi sono quelli che danno poco del molto che possiedono, e per avere riconoscimento, e questo segreto desiderio contamina il loro dono.
E vi sono quelli che danno tutto il poco che hanno.
Essi hanno fede nella vita e nella sua munificenza, e la loro borsa non è mai vuota.
Vi sono quelli che danno con gioia e questa è la loro ricompensa.
Vi sono quelli che danno con rimpianto e questo rimpianto è il loro sacramento.
E vi sono quelli che danno senza rimpianto né gioia e senza curarsi del merito.
Essi sono come il mirto che laggiù nella valle effonde nell'aria la sua fragranza.
Attraverso le loro mani Dio parla, e attraverso i loro occhi sorride alla terra.
È bene dare quando ci chiedono, ma meglio è comprendere e dare quando niente ci viene chiesto.
Per chi è generoso, cercare il povero è gioia più grande che dare.
E quale ricchezza vorreste serbare?
Tutto quanto possedete un giorno sarà dato.
Perciò date adesso, affinché la stagione dei doni possa essere vostra e non dei vostri eredi.
Spesso dite: "Vorrei dare ma solo ai meritevoli".
Le piante del vostro frutteto non si esprimono così né le greggi del vostro pascolo.
Esse danno per vivere, perché serbare è perire.
Chi è degno di ricevere i giorni e le notti, è certo degno di ricevere ogni cosa da voi.
Chi merita di bere all'oceano della vita, può riempire la sua coppa al vostro piccolo ruscello.
E quale merito sarà grande quanto la fiducia, il coraggio, anzi la carità che sta nel ricevere?
E chi siete voi perché gli uomini vi mostrino il cuore, e tolgano il velo al proprio orgoglio così che possiate vedere il loro nudo valore e la loro imperturbata fierezza?
Siate prima voi stessi degni di essere colui che da e allo stesso tempo uno strumento del dare.
Poiché in verità è la vita che da alla vita, mentre voi, che vi stimate donatori, non siete che testimoni.
E voi che ricevete - e tutti ricevete - non permettete che il peso della gratitudine imponga un giogo a voi e a chi vi ha dato.
Piuttosto i suoi doni siano le ali su cui volerete insieme.
Poiché preoccuparsi troppo del debito è dubitare della sua generosità che ha come madre la terra feconda, e Dio come padre.  

Kablil Gibran - Il profeta

vedi anche: Se dai te stesso tu doni veramente
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