Si tende a pensare che la vita degli edifici si concluda con la loro costruzione e che l'integrità di un edificio stia nel conservarlo esattamente come lo hanno lasciato i suoi costruttori. Ciò ridurrebbe la sua vita alla realtà consolidata di un istante preciso. Talvolta si può insistere sulla conservazione rigorosa di un edificio, ma questo, in un certo senso, significa che l'edificio è morto, che la sua vita, magari per motivi giusti e riconoscibili, è stata interrotta con violenza.
Rafael Moneo, La solitudine degli edifici e altri scritti
(a cura di) Andrea Casiraghi e Daniele Vitali, Torino, Umberto Allemandi & C., 2004, pp.154,155.
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