domenica 20 gennaio 2013

La paura della pianura



La pianura è il quotidiano, dove i giorni sembrano tutti uguali, dove tutto è faticoso, dove tutto va combattuto e sudato, dove tutto si ripete sempre…
E dove tutto è sempre provvisorio, perché da un momento all’altro tutto può esserti portato via, non solo le cose che ami, ma anche le persone più care, perfino quelle con le quali avresti voluto vivere per sempre...
Lo studio, il lavoro, la costruzione e la coltivazioni dei sentimenti e degli affetti,  la necessità di dover continuamente scegliere… Che fatica la pianura!
Sì, c’e proprio da averne paura. Verrebbe quasi quasi la voglia di fuggire.
Verrebbe? Viene. Irrompe. E si scappa via.
Oooh! Pianura, addio, ti saluto!  Adesso sì! Il bowling e il bigliardo al posto della scuola, ore pigre davanti alla tivù o dentro le cuffie, navigate infinite nel cyberspazio, toccate e fughe invece di sentimenti duraturi, decisioni e scelte continuamente rimandate… Poi il sabato sera rafforzato da pasticche e tiri, e la domenica passata a ronfare fino al pomeriggio…
E passa la paura.
Passa? Viene imbavagliata fino al lunedì. Perché la paura non si lascia vincere da chi vuol salire e rimanere su un Tabor che non è Tabor, ma uno scendere più in basso della pianura, un metterci la testa dentro, sotto.
Il Tabor è salire in Alto, da dove è possibile vedere, capire e decidere che ogni piega del quotidiano è sempre nuova, unica, importante, vera, sicura… se la si vive guardandola dall’Alto.
Signore, è bello per noi stare qui. Qui, nella pianura guardata dal Tabor!

Don Tonino Lasconi

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