Tutte le anime riposino in pace,
chi è passato fra i tormenti e nell’ansia,
chi ha finito un sogno sereno,
chi sazio di vita, chi appena nato
questo mondo ha abbandonato:
Tutte le anime riposino in pace!
Chi quaggiù ha cercato un amico,
spesso pianto, mai deriso,
quando la sua leale stretta di mano
non era compresa da nessuno:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace.
Le anime di fanciulle piene di amore,
le cui lacrime non si possono contare,
che, abbandonate da un amante infedele,
hanno rifiutato un mondo cieco,
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace.
Ed il giovane, dal quale in segreto,
di primo mattino si reca la sposa
- poiché il suo amore giace nella tomba -
per portar via il lume ormai spento:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace.
Tutte le anime che, di spirito puro,
per la verità subirono martirio,
e hanno lottato per la santità
senza cercare celebrità:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace!
E quelli che mai sorrisero al sole,
e sotto la luna vegliavano su letti di spine,
per vedere un giorno nella pura luce del cielo
il volto di Dio faccia a faccia:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace!
E quanti spesso in giardini di rose
Hanno attinto ai calici del piacere,
Ma che, trovatisi in momenti peggiori,
hanno assaggiato la loro amarezza:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace!
E anche coloro che non conobbero pace
Ma che hanno diffuso forza e coraggio
Sul campo di battaglia pieno di cadaveri
Nel mondo già mezzo immerso nel sonno:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace!
Tutte le anime riposino in pace,
chi è passato fra i tormenti e nell’ansia,
chi ha finito un sogno sereno,
chi sazio di vita, chi appena nato
questo mondo ha abbandonato:
Tutte le anime riposino in pace!
Johann Georg Jacobi (1740-1814) - titolo originale:" Ruh'n in Seelen Frieden Alle" - pubblicato nel 1816 - traduzione dal tedesco in italiano di Ferdinando Albeggiani
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