La pianura è il quotidiano, dove i giorni sembrano tutti
uguali, dove tutto è faticoso, dove tutto va combattuto e sudato, dove tutto si
ripete sempre…
E dove tutto è sempre provvisorio, perché da un momento
all’altro tutto può esserti portato via, non solo le cose che ami, ma anche le
persone più care, perfino quelle con le quali avresti voluto vivere per
sempre...
Lo studio, il lavoro, la costruzione e la coltivazioni dei
sentimenti e degli affetti, la necessità
di dover continuamente scegliere… Che fatica la pianura!
Sì, c’e proprio da averne paura. Verrebbe quasi quasi la
voglia di fuggire.
Verrebbe? Viene. Irrompe. E si scappa via.
Oooh! Pianura, addio, ti saluto! Adesso sì! Il bowling e il bigliardo al posto
della scuola, ore pigre davanti alla tivù o dentro le cuffie, navigate infinite
nel cyberspazio, toccate e fughe invece di sentimenti duraturi, decisioni e
scelte continuamente rimandate… Poi il sabato sera rafforzato da pasticche e
tiri, e la domenica passata a ronfare fino al pomeriggio…
E passa la paura.
Passa? Viene imbavagliata fino al lunedì. Perché la paura
non si lascia vincere da chi vuol salire e rimanere su un Tabor che non è
Tabor, ma uno scendere più in basso della pianura, un metterci la testa dentro,
sotto.
Il Tabor è salire in Alto, da dove è possibile vedere,
capire e decidere che ogni piega del quotidiano è sempre nuova, unica,
importante, vera, sicura… se la si vive guardandola dall’Alto.
Signore, è bello per noi stare qui. Qui, nella pianura guardata dal Tabor!
Don Tonino Lasconi
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