giovedì 23 ottobre 2014

Professione architetto: diffidate dalle imitazioni


Capita spesso che mi chiedano quali siano le mie competenze, quale il mio ambito di lavoro o addirittura quanti esami debba sostenere per diventare geometra…

Ebbene sì, in pochi conoscono veramente la figura dell'architetto. C'è tanta disinformazione a riguardo, per questo ho pensato di presentarvi la mia professione.

Non è solo una questione di conoscenza, si tratta di qualcosa di più importante, di un'operazione culturale che è diventata la mia missione. In un periodo storico come quello in cui stiamo vivendo, è ancora più importante fare chiarezza e chiamare le cose con il loro nome per poter dare il giusto valore a quello che si fa.

In uno scenario animato da arredatori, interior designer, falsi architetti, consulenti d'arredo, artisti, disegnatori, autodidatti ecc… ormai tutti si improvvisano professionisti senza esserlo di diritto ma, a giudicare dalle parcelle, essendolo di fatto.

L'architetto è colui che ha conseguito una laurea (se triennale è detto architetto junior, se quinquennale è detto architetto senior) in architettura, possiede l'abilitazione professionale ed è iscritto all'Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia in cui esercita la professione. Chi non ha fatto questo percorso non è architetto, anche se si fa chiamare con questo titolo.

A tal proposito, emblematica di questa confusione è la definizione riportata nell'enciclopedia Wikipedia:

"L'architetto è la figura professionale massimamente esperta della progettazione architettonica a qualsiasi scala, del restauro dei monumenti, della progettazione del paesaggio, dell'allestimento, dell'estimo immobiliare e del disegno. È storicamente tra gli attori principali della trasformazione dell'ambiente costruito. Gli architetti trovano impiego non solo nel campo dell'edilizia, ma anche in settori più o meno affini all'architettura, come design, ergonomia e grafica.

Il termine deriva dal greco ἀρχιτέκτων (arkhitekton), parola composta da arkhi (capo), particella prepositiva che serve a denotare "superiorità", autorità, ma soprattutto pensiero, ossia responsabilità e consapevolezza di colui che si accinge a costruire, e tékton particella che riguarda l'azione, l'operatività (tecnico, ingegnere). Dal termine "architetto" è derivato quello di "architettura" (non il contrario).

Malgrado quello di architetto sia un termine specifico riferito a un professionista laureato e abilitato, il termine è spesso usato impropriamente in un senso più generico per definire chi viene incaricato di progettare l'edificazione (o demolizione) di un ambiente attraverso gli strumenti della ragione (per esempio alcuni ideatori di software o i designer talvolta chiamano se stessi architetti). Il titolo di architetto è tutelato dalla legge, in Italia come in molti altri paesi europei, ed è reato fregiarsi di tale titolo senza possederne le caratteristiche legali, quali titoli accademici o iscrizione all'ordine professionale".

Dunque, l'architetto crea gli spazi, progetta le visuali, delinea uno stile di vita all'interno delle sue creazioni, suggerisce e provoca emozioni, sensazioni, contrasti. È il regista che coordina la creazione di tutte le parti di cui si compone uno spazio, fa delle scelte importanti che rispondono alle singole esigenze seguendo un unico filo conduttore che è l'idea progettuale.

L'arredatore (o figure simili) è colui che, con o senza titolo di studio, con o senza aver eseguito un corso specifico, con – o quasi sempre senza – partita IVA, dà consigli sull'arredo, l'illuminazione, le finiture interne, l'uso dei colori e dei materiali. Risulta facile per tutti, con i mezzi di comunicazione e informazione di cui disponiamo, cogliere e lasciarsi affascinare da un dettaglio, da una lampada, un arredo o un materiale particolare. Questo non fa di noi degli architetti.

Creatività non vuol dire improvvisazione senza metodo. Il progetto non è il risultato di scelte casuali dettate dalla moda del momento, bensì deriva dall'assimilazione e rielaborazione di proporzioni, forme e figure ereditate dalle tradizioni passate.

Ciò che fa la differenza e detta l'esigenza di affidarsi alla consulenza di un professionista è la genialità che sovrintende il progetto, l'idea generatrice che porta alla scelta di determinati materiali, colori, arredi. Il gusto e lo stile di un architetto possono essere discutibili o non condivisibili ma la qualità del risultato è garantita dalla professionalità della figura.

Non si progetta solo lo spazio come entità fisica ma anche la vita che si svolgerà all'interno di esso. Non basta realizzare un edificio da copertina se poi questo non rispecchia le esigenze e la personalità dei committenti. Sarebbe superficiale pensare di riprendere qualche idea copiata da una rivista o un particolare rubato da internet per creare un progetto di valore (indipendentemente dal budget speso). È l'armonia fra i volumi, lo studio dei percorsi, il ruolo della luce, il contrasto o la combinazione di colori e materiali che fanno di un progetto un'opera architettonica.

Un'opera unica, perché unica è l'idea e il professionista che l'hanno generata. Perciò, se volete un architetto, "diffidate dalle imitazioni".

Mariasilvana Tesoro

fonte: Professione architetto: diffidate dalle imitazioni; Odysseo navigatori d'esperienza

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...